Cosa sappiamo del tempo che verrà?
È il quesito che preoccupa ciascuno di noi, per quanto siamo sempre pronti a inventare nuove scuse per evitare di porcelo.
Perché non conosciamo la risposta e anche perché la risposta estrema, l’unica che sia valida, ci terrorizza e a giusto titolo.
La formidabile potenza che emana dalle fotografie di Marco Delogu ci costringe a fermarci per guardarla in faccia, prendendo in considerazione ognuno degli spazi che lo sguardo dell’artista ha abbracciato, senza alcuna possibilità d’evasione e di fuga.
L’esperienza potrebbe essere insopportabile, tanto è forte e precisa.
Eppure, avviene il contrario. La bellezza di ogni singolo scatto, del loro insieme e il percorso che si rivela attraverso gli anni di lavoro di Marco Delogu, procurano quella consolaizone e quel sollievo immediato propri dell’arte poetica, quando essa viene elaborata da un maestro.
E trovandosi, poi, nuovamente confrontati alla domanda iniziale, le immagini di Marco Delogu, oramai incise nella memoria e nella nostra sensibilità, ci consentono di avanzare nella notte con una luce in più, per aver meno paura, e con la inestinguibile sensazione di essere meno soli.
Frédéric Mitterrand (Direttore dell’Accademia di Francia a Roma), Noir et Blanc da Marco Delogu “Noir et Blanc”, 2008