a question of time american academy in rome 2010

 

marco delogu
a question of time, roman campaigns

24 sett. – 15 ott. 2010
american academy in rome, gallery

Esco da porta S. Sebastiano, vado verso sud in una giornata tersa dove i “castelli” sono perfettamente definiti. Altri posti che conosco bene: la cartiera latina e il fiume Almone interrato nei “sessanta” che ancora ho fatto in tempo a vedere, Quo Vadis, che appena saputa la traduzione da bambino mi faceva ridere, in opposizione al terrore che mi han sempre provocato le catacombe antistanti, e la bellissima Appia che procede. Tutto è incredibile, anche per chi lo ha visto molte volte e non so perché, ma il mio posto preferito rimane sempre la villa dei Quintili, privilegiando l’ingresso meno monumentale dall’Appia Antica. Nelle giornate passate alla fototeca dell’AAR ero rimasto folgorato dalla “perfezione” della fotografia di Anderson. Quando arrivo alla villa una somma di bellezza tra il posto, la luce, il vento, e il ricordo della foto di Anderson mi crea uno strano accenno di sindrome di Stendhal: troppo bello, forse vado via. Non trovo una chiave, non capisco, ma la calma si rimpossessa di me, forse perché mi sdraio per terra. Si, sdraiarmi e guardare il sito attraverso la natura che ha resistito all’estate mi piace, genera in me una strana gioia. Come spesso succede a Roma si incappa in momenti di totale surrealtà: cammino alla ricerca di una visione, mi sdraio per terra e sopra di me compare un elicottero a bassa quota che sorveglia un rumore di fondo (fischietti, clacson, sirene spiegate e sgommate varie): è il corteo di Gheddafi diretto a casa tramite l’aeroporto di Ciampino. Questo rumore passa in pochi minuti e ai Quintili torna il silenzio millenario accompagnato dal vento. Penso sempre alla foto di Anderson, così bella, oggi così vicina. Nel 1999 avevo fatto quattro fotografie alla villa dei Quintili, due successivamente le avevo eliminate, ma le altre due ricordo che mi piacevano: ricordavo bene un muro che riempiva completamente la prima foto, ma della seconda avevo un ricordo un po’ vago. Torno allo studio e riguardo le fotografie che ho appena fatto, e dimentico di cercare quelle del 1999. Dopo due giorni decido di lavorare solo su due nuove immagini, correggo i cromatismi e poi cerco le due vecchie foto: quella che non ricordavo è sorprendente e un po’ sembra una lontana anticipazione del lavoro delle nature bianche che è la base della nuova foto fatta ai Quintili. Ecco un nuovo cortocircuito: la foto di Anderson, la natura (con il vento che nella serie delle nature bianche ha avuto un ruolo fondamentale), camminare ai Quintili e fare la nuova fotografia e poi tornare allo studio e ritrovare una vecchia foto fatta undici anni prima nello stesso posto, diretta anticipatrice di quest’ultimo lavoro. Tutto ciò è un piccolo concentrato dello spirito del lavoro all’American Academy in Rome.
Marco Delogu, Settembre 2010

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